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Esso’ soddisfazioni!

Bye bye, Filologia della Letteratura Italiana.


Oggi come ieri: Grazie ad Anna staccato Lisa

Mi ero dimenticata quanto fosse salutare scrivere per terapia,per chiarificare quella vorticosa scia di pensieri,che come contorsionisti allenati,hanno contornato il cervello,per poi scendere a grappolo fino agli occhi e ancora più in giù, spingendosi fino al cuore,fino ad imprigionarlo,per poi fermarsi alle mani,che hanno toccato,vissuto,sentito,afferrato il nostro tempo.

Le strade delle persone che abbiamo amato non sempre coincidono con il personale disegno del domani,ed è proprio per questo che esistono serate così,proprio per questo esiste un cielo gonfio e triste,e proprio per questo,si sente la necessità di sfogarsi,per capire come mai,con la mente,lanciamo reti verso il passato,per cercare di riassaporare quello che è ormai è fuggito via,per vedere cosa rimane impigliato nella nostra tonnara cervellotica.

Di solito faccio un gioco di associazioni interessante quanto comunemente usato,accodo ai determinati periodi passati, canzoni,libri letti,e film con i quali stavo in fissa,tutto ciò mi aiuta a ricostruire il tessuto delle mie emozioni,dei miei sentimenti,questo allegare un ricordo ad un altro,questa concatenazione a cornice è così forte,così immediata,che in bocca,tra le narici,sento i sapori e gli odori delle stagioni morte. E mi piace.

Mi capita,quindi,di pensare,che è davvero assurda la piega che ha preso la mia vita,soprattutto per quanto riguarda le amicizie,alcune delle quali davvero importanti,che ho lasciato mutassero fino ad esplodere,lasciando stralci indimenticati ed amari. Ora mi capita di sapere qualche eco di notizia,un esame andato bene,una nuova strana storia d’amore,il risentimento che si ha nel parlare di me,o in alcuni casi,solo la forte nostalgia.

La stessa nostalgia che mi prese quando staccai le foto dal muro,quando,un pezzo di una grande avventura finiva per sempre,si chiudeva un’era significativa,e qualcosa dentro di me moriva,per rinascere diverso,come una fenice,proprio perché,quel posto nel muro,ora lo occupano altre foto,nuovi ricordi,altre persone,altri amori,altre avventure leggendarie. Non c’è niente che sia per sempre, avrebbero cantato gli Afterhours in questo caso, io controbatto dicendo che non c’è quasi nulla che sia per sempre,ma che due o tre cose,e soprattutto,due o tre persone che ho adesso,non andranno via di certo facilmente.

L’ispirazione per scrivere questo post è arrivata da un blog bellissimo che ho scoperto proprio questa sera…il blog di una persona che non conosco,ma che mi ha fatto incastrare alla sue parole,alla sua sfiga anche,che però,ha saputo trasformare in una vitalità così candida da farmi venire i brividi,mi ha commosso così tanto vedere di quanta bellezza può essere piena la nostra esistenza,che ho sentito il bisogno di ricordarmi che ho un grande amore,delle belle e bislacche amicizie, e che, ogni tanto,devo ricordarmi di essere felice,di chiamare le mie nipotine e dire con gli occhi pieni di lacrime che le amo,immensamente e spassionatamente,devo ricordarmi di menzionare anche mia sorella, la mia mammadiscorta, che cullo nel mio cuore nonostante tutto.

E ho voglia di ringraziare,stasera.

Prima di tutto Anna Staccato Lisa: ti stimo.

E poi Cica e Fish, le mie due amiche,alle quali è dedicato gran parte del post,le quali hanno saputo riempire il vuoto delle mie pareti,con momenti pieni e bellissimi.

Un grazie va anche a Lui,l’amore della mia vita,che mi ha salvato dalla monotonia e dalla depressione.

Un grazie va anche a me stessa,che giorno dopo giorno,combatto la solitudine,e che proprio ora ho segnato un grosso punto

Alu 1, solitudine 0.

Perdonate la pallosità di questo post,ma ne avevo bisogno,e poi qui è l’unico luogo,in cui,ora come ora,non mi vedo fallire del tutto.

Un saluto va anche ad “Elsy Facchinetti Brutta come i pooh” che spero,da qui a poco,riempia lo spazio restante con le nostre possibili foto insieme.

Buonanotte Blog.


Basita

La paura mi ha privato di ogni sorta di ispirazione,guardo video su youtube,Giappone,l’Italia,la guerra,le catastrofi…

l’unica cosa che so fare è cagarmi sotto.

il naufragar non è mai stato così amaro.

e’ come se questa fosse una lenta,logorante,guerra di trincea,fossimo tutti qui,rannicchiati,ad aspettare l’esposione di morte sopra le nostre teste distratte,nel frattempo,come i poeti,potrei scrivere d’amore,e invece non ci riesco,non posso proprio far finta che questa non sia una ideologica fine del buon senso,dell’umanità,della fiducia stessa nell’essere umano,penso ai miei possibili futuri figli,al mio possibile futuro lavoro e mi chiedo,ancora più forte,come cazzo farò.

Vorrei scrivere del Giappone,ma le uniche parole soffocate che fuoriescono dalla mio cervello a manovella,per ora,sono queste.

Buona giornata.

 

Vi lascio alle parole del Pier Paolo, e alla voce di Vittorio.

ecco.

 


Riflessioni Post-mortem.

Lancio sul blog,una cosa scritta per me stessa pochi giorni fa,buona lettura.

ps: speriamo che i miei lettori non siano blogger che si annoiano a leggere post lunghi!!

Sono una studentessa di Lettere Moderne,io,in una delle Università più antiche del pianeta, Alma Mater Studiorum,il nome ha già il suo secolare rispetto,eppure come sempre,rimango insoddisfatta. Ho esitato prima di buttare giù qualche riga a riguardo,ho riflettuto, l’orgoglio di essere andata lontano a inseguire farfalle mi dava certi stimoli in più,in una realtà diversa dal mio paesino sconosciuto,pieno di nuove cose,nuovi odori,nuova gente,ma non per questo migliore,bacchetto chi solo lo pensa. Bologna,come tutte le altre grandi città, non è libera e non rende liberi,si trascina i suoi vecchi splendori, l’antico eco di una bellezza ormai andata,subentra allora,la bigotta paura di camminare,da soli,di sera,ecco cosa mi opprime,il dover dare conto ad ogni passo dei miei umili spostamenti,solo per sentirmi rassicurata,perché un posto così immensamente diverso minaccia i miei occhi incantati. Ma dicevo,senza divagare,Bologna trascina i suoi vecchi splendori,proprio come la sua immortale Università, ma lo splendere d’un tempo, d’improvviso è diventato vecchiume, incagliato in polvere e decenni. Il panorama che offre l’Alma Mater è una porta scorrevole di quelle moderne,murales che sporcano l’esterno,e dentro un piccolo tempio di sapere, tra le scale di graniglia e maniglioni intagliati da chissà quale artigiano di un tempo,le aule,grandi e austere,come i professori,che si spostano lenti sulle loro gambe stanche, svogliati,arrabbiati,non splendono più di una luce ormai spenta,tutto si opacizza, come nella Bella Nostra Italia. I professori moderni difendono il Latino, e fino a pochi mesi fa ero convinta facessero bene,ero convinta che preservare ciò che è nostro ci avrebbe,come dire,salvati,da un alienamento ed un esaurimento costante,in aumento, ed invece,adesso,mi accorgo che al solo pensiero di dare un esame di latino, che già faccio palleggiare qui e li tra gli impegni e le altre materie,i miei sensi e le mie voglie si piegano ad un supplizio interiore che martoria l’anima,la verità è che a me il latino non piace,non mi piacerebbe insegnarlo,e non mi è piaciuto studiarlo né capirlo. Il latino va salvato,certo,ma datelo in pasto a chi potrebbe trovargli un po’ d’amore,a chi,tra gli studenti,non arriva al giorno della prova scritta con uno strano malessere d’obbligo. Qui,all’Alma Mater di Bologna,sei costretto a studiare filologia,per carità,una materia interessante se analizzata nel profondo. Io invece penso che la filologia “svilisca l’opera”, vi virgoletto queste parole perché quando le divisi con i miei colleghi ne risero tristemente. Cosa ci importa se Dante non ha lasciato una copia autografa della sua Commedia? La Divina resta comunque una complessa meraviglia,e non mi interessa sapere se qualche parola,in principio,venne modificata da buoni amanuensi,l’importante è l’essenza di un’opera arrivata fino a qui a incatenarci tutti,nessuno escluso,nella sua soffocante maestosità,l’importante è sapere che geni come Boccaccio impiegarono sforzi disumani a scrivere trattati in loda a Dante, senza gonfiare un trionfo già ottenuto singolarmente,autonomamente. In realtà,in queste righe avrei voluto parlare di Pasolini,ecco,si,lui. Pasolini è il mio studio riservato e privato,in camerette sgangherate e sporche,lontane dal caotico traffico dell’Emilia Ponente,me ne sto cibando,rinvigorendo il mio amore sofferto per la letteratura. Chissà se Pasolini avrebbe davvero voluto che “Petrolio”, sua opera iniziata e mai finita,il suo zibaldone di fatti scabrosi che macchiano gli anni in cui visse,disordinati e sparsi,intuitivi e non ancora partoriti completamente così da lanciarli nel mondo,fosse presa e stampata,così,come veniva,come la si era trovata,chissà,se nel suo intimo,Pier Paolo,avrebbe voluto che quel suo grande Satyricon moderno,prendesse piede in Italia,senza che le sue mani sapienti l’avessero cucito a dovere sulla futura pelle di un popolo ingrato. Questo testo sregolato e privo di un normale senso lo dedico a lui,un vero uomo libero. Pier Paolo non avrebbe costretto i suoi studenti a studiare latino,non li avrebbe costretti a studiare un bel niente. Il mondo si adatta a cambiamenti sociologici massicci,i professori di un domani ormai vicino invece no,rimangono intrappolati nei sogni e nelle speranze altrui,di tutti coloro che gli hanno permesso di odiare,anche solo per poco,ciò che si stava studiando. Ecco,per me,costoro hanno fallito e dunque non li perdonerò mai.


il perchè di iltempoperso,versione integrale.

Vi racconterò una delle solite storie noiose da primo post.

E’ di qualche anno fa che vi parlo,quando,decisa com’ero,mi avventurai nell’apertura del mio primo blog mezzoserio, su il Cannocchiale. Scrissi li per parecchio e mi capitò di fare blog-incontri piuttosto singolari,tra i miei prediletti si potevano trovare una straordinaria donna sarda,amante della letteratura,femminista convinta,progressista su ogni ambito,che faceva trovare post fumanti di arte,carichi di quelqualcosainpiù che ai tempi,nel pieno della mia bambinesca ammirazione verso un modo che mi piaceva ma che non conoscevo,erano ampie boccate d’aria pulita,la via di fuga dal mio ordinario mondo prestabilito,dagli orari di un liceo stancante e cattivo,dal mio pessimismo tipico d’età,come un clichet. Tra gli altri interessanti incontri,c’era il blog ti un tizio,davvero geniale,che rubava pezzi di conversazioni ascoltate per caso qui e la,e li riportava a noi fedeli,con tanto di commenti,ne saltavano fuori assurdità bestiali,mi piegavo dal ridere.

Poi un giorno,in uno dei blog che seguivo,ritrovai un post scabroso sulla fidanzata-blogger,trovata a letto con un altro per puro strano caso,li qualcosa si interrumpe. Sapevo di chi si stava parlando,conoscevo il blog di lui e anche quello di lei,li seguivo,li spiavo. Decisi che non mi piaceva,che non volevo ritrovarmi a fare gossip anche nella mia bellissima bolla di sapone isolante,dunque la mia voglia di scrivere pubblicamente diminuì,fino a estinguersi ferocemente.

Col passare dei mesi,ritornavo sulla mia pagina personale,e tutte le immagini tratte da internet e i post,cominciavano a sparire,a spogliarsi,a cadere come foglie,era come se il mio postosegreto stesse morendo…anzi,come se il mio migliore amico,stesse morendo,ed io di pietra,guardassi impassibile,senza muovere ciglio. Fu così che finì la mia prima vera esperienza da blogger.

Oggi,dopo ben quattro anni,sono tornata,ho cambiato ambiente,e non mi aspetto più nulla dai miei possibili futuri visitatori,che saranno partecipi del mio tentativo di recuperare iltempoperso che da ora spenderò qui.

Non vi dirò niente di me,almeno non ora,mi nutrirò dei vostri scritti e spero voi facciate lo stesso con me.

Divertitevi,

A.

ps: se sono tornata è anche e soprattutto colpa di http://ritaglidipensiero.wordpress.com/