Ballata di un ragazzo morto per una Lei che non c’è più.

Hai visto che gran movimento in piazza Verdi? C’è gente seduta,chi beve,chi fuma,chi aspetta e corteggia con gli occhi il tramonto.
Hai sentito chi suona stasera? Sì,proprio loro. Non ci si può credere. Gratis,poi,in mezzo a tanta altra gente che prova a sfiorare il loro livello,proprio con la punta del plettro,facendo degli sforzi che imbruttiscono la faccia,non ci arrivano però,davanti a certi suoni c’è solo da inchinarsi.
Facciamo reverenze.
Hai visto,laggiù,sporgiti un po’,c’è un tizio con la maschera,a dire il vero anche più di uno.
Senti questo calore,guarda come sale,mi si è aggrappato al cuore,non posso respirare.
Tiro in su la testa,annaspo tra la folla,ma niente,niente,non respiro,sarà l’agitazione.
E’ un crescendo,un tamburo,cinque anni sono passati,e ho aspettato con la forza della pazienza,quella che mi ha permesso ancora di non impazzire. Non sono diventato matto,è così. Sto ancora in piedi e se barcollo, mi attacco alle colonne di Bologna,tra lo sbrozzo di vomito della sera prima e l’odore di letteratura. Ci si salva così. Ma ci si può salvare?
Sei lontana stasera,metti su le cuffie,concentrati bene,ti sto pensando,ci sei,devi esserci.
Queste canzoni stanno suonando per noi,il pubblico scompare per me,stiamo ballando,lo senti?
Ti cingo la vita,ti stringo più forte,aggrappati bene alla mia maglietta,potremmo non tornare mai più o rimanere qui per sempre,scegli tu,col tempo sono diventato indifferente,al dove,al come,al quando,dilemmi per la gente,non per uno come me.
Ricordi in quel bar,prendemmo l’ipod,ne misi su una di quelle pesanti,che fan girar la testa,ti vergognavi dell’emozione,che timida ti si arrampicava in corpo,allora evasiva,sfuggivi da me,correvano lunghe le tue ciglia,che da scudo ti chiudevano dentro cumuli di perché,mentre io,scemo,ti dedicavo ogni parola,ogni accordo in Re, non capivo solamente che scivolavi via e che nonostante io ci fossi avresti continuato a non vedermi.
Eppure,ti amo,dicevi. Lo dicevi spesso. E ora ridi soltanto,ti arrabbi se pensi al tempo che hai perso a cercare di cambiare un cretino,un deficiente,che pensava di avere il mondo in tasca,ma diciamocelo,dentro non aveva niente.
Alle spalle solo un gran terrore,per questo non amore,nato in novembre,appassito tra i primi caldi,rifocillato dalle piogge del nostro esserci,ma pur sempre nascosto e fiero,bello bellissimo,affannato,dilaniato anche,da tutto il male impuro e meschino che piano piano,ognuno ha inflitto all’altro, nella schiena,spingendo quel pugnale,e spingi spingi,fammi sanguinare,almeno sentirei qualcosa di caldo,che mi ricordi,ancora,che sono qui,che sto campando.
Senti,il tamburo comincia a vibrare,c’è il tipo che pizzica il basso più pronto che mai,stanno per iniziare. Che delirio,c’è gente che proprio non ce la fa a reggere questa musica e allora danza rompendo le ossa al suo vicino.
Si dice pogare,nel gergo di noi umani,ma che ne sai tu,sei di un altrove più intenso che c’è.
Il cantante ha una gran barba e pochi capelli,fessure sottili pieni di intelligenza,primordiali e scuri.
Ci trascina via lontano,alla prima nota,ed è tutta per noi,ce la sta dedicando,ci punta,ci osserva proprio con lo sguardo,da dietro un microfono,il Dio del gagliardo, secondo te come sta,con questa noia intorno,è in pista,balla duro,non sta fermo,non so dirti dove ma,ha sicuramente scoperto il Rock&Roll.
Può una canzone mandarti indietro,che mi faccia da portale stanotte,o non so più come fare. Vorrei venirti a riprendere,darti uno schiaffo,farti incazzare,mi hai lasciato solo,solo come un cane,brancolando in una vita buia,che non so più se odiare o disprezzare.
Quando mi guardi così sai cosa farmi desiderare,di deflagrarmi,scomparire,fino ad ammettere questa malattia puttana,che mi spinge da te,quando tu mi cacci via.
Non essere blasfema,non bestemmiare,il nostro amore è bello,non sa,non vuol finire.
Perché insisto,gridi,la stai prendendo a male,sono solo un pazzo cronico che ti vorrebbe rianimare,non vedi che la vita che ti sei scelta e più scialba di un funerale?
Pizze fuori con gli amici,birra e sesso sicuro ma occasionale. Esami,bollette e affitti,triti come una preghiera. Torna con me,non riattaccare.
Vorrei spiegarti,almeno provare,smettila adesso,non ragionare,lascia il dominio ai sensi,falli respirare,mi hai preso a calci troppe volte,cosa c’è adesso che ti fa esitare?
Preferisco il caldo della tua rabbia a questo insensato oceano di nostalgico niente.
Che idiota,bevuto e fumato,tanto lo strazio che mi porto dentro che non mi sono reso conto che non hai mai risposto,la voce metallica e fredda non era la tua,ma quella di una segreteria,che mi ha spinto ancora a riprovare,magari più tardi,quando sarai libera.
L’ha detto lei,sarà una saggia,sembra avere più anni dei miei,diamole ascolto,al momento non sei disponibile,ma posso provare fra un po’, aspettando il prolungato squillo della banalità.
Intanto ora ti amo,poi si vedrà.

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2 responses to “Ballata di un ragazzo morto per una Lei che non c’è più.

  • ritaglidipensiero

    Quale meraviglia oggi mi è capitata tra le mani, quale regalo inaspettato mi hai fatto, oggi. Quanto genio racchiuso in una telematica pagina bolognese.
    Se ogni volta che vai via torni così, sparisci più spesso da queste pagine.

    Capace di farmi ridere e piangere, a seconda delle righe.
    Un pezzo così musicale che rende una storia inventata il testo della mia canzone preferita, facendomi venire voglia di prendere la chitarra per cantare il dolore di un Ragazzo Morto.

    Quale miracolo.
    Quanta sofferenza gioiosa per un cuore solo.

  • Swampy

    Che meraviglia,come sempre sei capace di trascinare chi legge le tue parole, in un mondo nuovo, fatto di voci, suoni lontani,di volti persi nel tempo che sbiadiscono ma non vogliono morire, di emozioni cosi forti che anche chi non le ha mai provate sente comunque dentro il calore di qualcosa più grande di lui. Questa mattina appena sveglia non avrei mai pensato di trovare qui parole cosi belle capaci di svegliare chi dorme dal suo torpore e farlo trasalire, come sempre mi sorprendi e mi lasci basita di fronte a tale bellezza. Ogni giorno sei un mondo nuovo, ed è bello scoprirlo piano piano guardando i tuoi occhi cambiare forma e colore.
    Sono felice di averti nella mia vita, per quello che sei, per come trasformi una semplice parola in sangue, vita e corpo, per tutte le esperienze vissute insieme e quelle che ci aspettano. Oggi inizio la mia giornata ancor meglio di quella precente e quella precente ancora, solo grazie a te.

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